Un’educatrice racconta la sua esperienza a Roma, in occasione del Pellegrinaggio Internazionale dei Ministranti
Quanti incontri, quante testimonianze, quanta gioia nel cuore e quante domande di bellezza : potrei descrivere così la mia esperienza nella città santa.
Insieme al gruppo del Mo.Chi di Milano sono andata a Roma come educatrice, benché senza i miei chierichetti perché troppo piccoli, ho incontrato nuovi amici determinanti per la qualità della mia esperienza.
Momento centrale del pellegrinaggio è stato sicuramente l’incontro con papa Francesco, per il quale avevamo dei posti privilegiati, infatti dal sagrato della basilica di San Pietro, oltre che essere molto vicini al Santo Padre, avevamo un’ampia visione su tutta piazza. Vedere tantissimi foulard di colore diverso caratterizzanti il Paese di provenienza e pensare che tutti quei giovani erano lì per una stessa ragione, per Lui, mi ha colpito profondamente. L’intero evento è stato considerato una sorta di GMG dei ministranti: eravamo circa 10.000 provenienti da 23 Paesi diversi, ovvero 10.000 giovani che amano, seguono e servono Dio; davanti a tanta bellezza si può solo ringraziare, perché stupisce quanto sia grande la sua Chiesa e quanto sia grande l’Amore del Signore.
All’arrivo del Santo Padre eravamo tutti molto eccitati, qualche ragazzo era commosso, incapace di contenere l’emozione per l’incontro con colui che è stato scelto dal Signore per guidare il suo popolo. Di fronte al Papa, che è persona come noi, ma rivestita di un compito tanto grande, è nata spontanea la domanda e la preghiera per la nostra vocazione: chissà cosa vorrà il Signore da ogni chierichetto, per ogni singolo ragazzo che sventola il suo foulard, che applaude, che ride e che gioisce alla vista del “dolce Cristo in terra”, come lo definì santa Caterina da Siena?!
Il Papa ha ricordato che è sempre Dio a fare la prima mossa, che la Sua azione non viene mai impedita dalle nostre imperfezioni, perchè è unicamente la benevolenza divina che ci trasforma in persone capaci di rispondere alla sua chiamata come il profeta Isaia e dire: “Ecomi, manda me”. Il Santo Padre ci ha invitati a non opporre resistenza alla sua azione perché solo cosí Egli toccherà le nostre labbra con la fiamma del suo amore misericordioso e questo ci permetterà di portarlo ai fratelli ed essere così MINISTRANTI MISSIONARI, chiamati a condividere la gioia di essere scelti e salvati da Dio.
Come l’incontro con papa Francesco e gli altri chierichetti ha riempito la nostra prima giornata di pellegrinaggio, il giorno seguente è stato caratterizzato dalla visita di Roma e dalla messa mattutina nella chiesa di San Paolo alle Tre Fontane, il cui nome ricorda i tre rimbalzi che fece la testa dell’apostolo martorizzato con la decapitazione dopo la sua famosa conversione sulla via di Damasco.
Nella stessa Messa abbiamo avuto la Grazia anche di ascoltare la testimonianza del seminarista Simone che ci ha raccontato come dalla sofferenza di una vita trasgressiva nella quale voleva scappare dal Signore ma in cui riconosceva la mancanza di qualcosa, si sia poi arreso all’Amore di Dio per essere finalmente felice provando “un fuoco ardente chiuso nelle ossa” proprio come Geremia.
Roma mi ha lasciato nel cuore tanta bellezza, la gioia della condivisione, la felicità dell’incontro con l’altro, l’amore per il prossimo ed una quotidianità dove al centro c’era sempre Lui. In questi due giorni intensi non dimenticherò mai quanto Gesù fosse presenza Viva e Vera.
Durante il ritorno nella mia parrocchia del Cuoricino un po’ con nostalgia mi sono chiesta come si potesse continuare a vivere così: “Bisogna portare lo Straordinario nell’ordinario”.
Grazie Roma.
Chiara Dozio
Parrocchia Natività di Maria Vergine, Cardano al Campo.