Iniziamo a conoscerli tramite il motto e il tableau che hanno scelto e che li accompagnerà fino all'Ordinazione presbiterale.
Il motto scelto dalla classe è “Siate lieti nella speranza” (Rm 12,12).
Augurio che i Candidati rivolgono a loro stessi ma anche ad ogni persona; non un semplice ottimismo, ma un’ancora fissata nella riva dell’aldilà, che mantiene aperti alla Rivelazione.
I candidati sono consapevoli del bisogno di speranza che il tempo odierno richiede, una speranza che rende lieti. Loro hanno ritrovato questa speranza nel Signore Gesù, colui che autorizza a guardare ad ogni situazione ed a ogni tempo nella consapevolezza che la sua Grazia è già presente e operante e che la terra è piena della Sua Gloria.
Il tableau prende ispirazione dall’opera R9.76 dell’artista milanese Valentino Vago. Ecco come i Candidati presentano la scelta:
“Come rappresentare la letizia e la speranza dal momento che “ciò che si spera, se è visto, non è più oggetto di speranza; infatti, ciò che uno già vede, come potrebbe ancora sperarlo? Ma, se speriamo quello che non vediamo, lo attendiamo con perseveranza” (Rm 8,24b-25). Noi candidati abbiamo cercato quale immagine rappresentativa del nostro motto un’opera che potesse aprire alla bellezza dell’invisibile.
La scelta dell’artista è stata molto facile, anche in ragione delle comuni origine ambrosiane: tra le opere di Vago ne abbiamo scelta una che ci ha impressionato per la sua capacità di aprire immediatamente alla letizia e alla speranza, intravvedendo in essa quasi un cielo che sale da una terra piena della gloria di Dio, attraversata da una fenditura accesa e luminosa che cattura l’attenzione di chi entra in relazione con essa osservando il quadro. In rilievo su di essa, si staglia con una possente discrezione la madonnina del Duomo di Milano, chiaro segno di speranza per chi guarda verso l’alto, verso il cielo, verso Dio. Nei nostri anni di seminario, attraverso il magistero del card. Angelo Scola e del nostro Arcivescovo Mario Delpini, siamo stati ripetutamente invitati a guardare in alto al nostro Duomo per vedere il segno grandioso della donna vestita di sole che irradia una gioia invincibile e una bellezza che trasfigura la vita di chi la osserva, che contagia in una gratitudine che vuole farsi canto; ad essa noi guardiamo, confidando nella sua protezione e potente intercessione, per vivere nella gioia di una certa speranza.”