In attesa di partecipare alle celebrazioni dei primi Vespri e di ascoltare il primo discorso rivolto alla città del nuovo Arcivescovo Mons. Mario Delpini, ricordiamo il Santo Patrono con un dipinto di Alvise Vivarini del 1503, attualmente nella Cappella dei Milanesi nella Basilica dei Frari a Venezia.
In questa settimana, nella quale celebriamo l’Immacolata concezione
di Maria, la chiesa ambrosiana, ci invita a ricordare e venerare il Santo
patrono di Milano, Ambrogio. Uomo dal grande zelo pastorale e di
cura delle anime, che durante i duri anni in cui imperversavano ancora
alcune eresie all’interno della fede cristiana, seppe difendere con
estrema decisione e sicurezza il credo della nostra chiesa. Personaggio
da subito ritenuto “unico” dalla gente di Milano, così come ci ricorda
la bellissima sallenda ambrosiana: “Vox infantis sonuit: Dignus Ambrosius
hic erit Episcopus: ad cujus vocis sonitum favens resultat populus”. L’opera
proposta è del pittore veneziano Alvise, nipote di Bartolomeo Vivarini
e formatosi presso la scuola di Giovanni Bellini. Durante i suoi anni
come pittore, recepì molto bene anche la lezione padovana del
Mantegna. Verso la fine del XV secolo, la scuola dei Milanesi che aveva
ottenuto una cappella presso al Basilica dei Frari a Venezia, decise di
commissionare al Vivarini una tavola che rappresentasse al meglio la
grandezza del Santo. La scena rappresenta Sant’Ambrogio in trono
circondato da alcuni santi, tra cui sono riconoscibili a sinistra San
Sebastiano, San Luigi IX e San Giovanni Battista, sulla destra
compaiono invece San Girolamo, Sant’Agostino e San Gregorio
Magno. Ai piedi del trono due angeli musicanti “impregnano” la scena
di Divino. Sant’Ambrogio viene raffigurato da Alvise con in mano il
pastorale e il flagello, simboli del suo essere guida del popolo di Dio e
della penitenza che impose all’imperatore Teodosio. Nella zona
superiore del dipinto, fa da corona – ad una costruzione prospettica
corretta, che lascia spazio di respiro grazie al suo aprirsi sull’azzurro
del cielo – la scena dell’incoronazione della Vergine Maria Regina del
Cielo e della Terra, quasi a dire che il tutto si svolge sotto la sua materna
e attenta protezione…un ministero guidato e sorretto dal Cielo.