La giornata di oggi è stata forse la più intensa tra quelle finora vissute: ricca di visite e momenti di preghiera presso i luoghi della nostra fede, e di incontri con uomini e donne che, silenziosamente, stanno facendo la differenza.
Anzitutto, Betania, nei luoghi di Marta, Maria e Lazzaro, sulle tracce di un’amicizia che si è fatta Chiesa.
Varcato il muro di separazione, tragico segno delle molte contraddizioni e divisioni di questa terra, il Santuario di Betfage, per fare memoria degli “Osanna” che hanno accolto Gesù che andava a Gerusalemme a donare la vita per noi.
In seguito, una preghiera presso la Pietra dell’Ascensione, dove sono risuonate le parole dei due angeli ai discepoli: “Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo?”. Da quel momento, è il tempo dello Spirito, e della Chiesa che gli dá corpo.
Presso la Chiesa del Pater Noster, abbiamo fatto memoria del momento in cui Gesù ha consegnato ai discepoli – e a noi – la preghiera più bella, che ci dice e ci rende veramente figli del Padre e fratelli tra noi.
Poi, siamo stati accolti dalle suore comboniane che, più forti dell’alto muro che circonda il loro giardino, sono il volto bello della Chiesa tra i più fragili e poveri, con il loro asilo, la loro ospitalità per i pellegrini e le loro straordinarie attività presso gli accampamenti dei beduini.
Ed eccoci a contemplare la Città Santa dalla chiesa Dominus Flevit, a ripetere le parole sempre attuali di Gesù: “Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, quello che porta alla pace! Ma ora è stato nascosto ai tuoi occhi. Per te verranno giorni in cui i tuoi nemici ti circonderanno di trincee, ti assedieranno e ti stringeranno da ogni parte; distruggeranno te e i tuoi figli dentro di te e non lasceranno in te pietra su pietra, perché non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata”.
Poi, la Chiesa della Assunzione di Maria, in cui abbiamo potuto pregare sulla pietra del sepolcro della Madre di Gesù, e la suggestiva Chiesa di Tutte le Nazioni, dove ciascuno di noi ha affidato la propria esistenza alla volontà del Padre, esattamente sulla roccia su cui il Signore stesso pregó nella notte in cui fu arrestato.
Il centro della giornata, nel cosiddetto “Cenacolino”, adiacente al vero e proprio Cenacolo, è stata la celebrazione della Messa “in Coena Domini”, riscoprendo il dono straordinario dell’Eucaristia, proprio nel luogo in cui Gesù l’ha istituita.
Infine, la giornata si è conclusa con l’incontro con Fra Dobromir Jasztal, vicario della Custodia di Terra Santa, che ci ha raccontato l’attuale situazione dei cristiani in queste terre, tra fatiche e grandi passi in avanti, a esattamente ottocento anni dal primo contatto tra San Francesco d’Assisi e il Sultano d’Egitto.
Rimarranno per sempre nei nostri occhi e nel nostro cuore queste pietre, su cui è passato il Signore della Vita, e queste pietre vive, che continuano a testimoniarLo nel nostro tempo.