«Non è importante come si allestisce il presepe, può essere sempre uguale o modificarsi ogni anno; ciò che conta, è che esso parli alla nostra vita. Dovunque e in qualsiasi forma, il presepe racconta l’amore di Dio, il Dio che si è fatto bambino per dirci quanto è vicino ad ogni essere umano, in qualunque condizione si trovi». (Papa Francesco, Admirabile signum 10)
La bella tradizione del presepe, anche in Seminario, è occasione per risvegliare l’attesa del Signore che viene ad abitare in mezzo a noi. Nelle due comunità che compongono il Seminario Arcivescovile sono due i presepi che vengono realizzati ogni anno; nella comunità del Biennio è compito del Corso Propedeutico l’allestimento del presepe nel giardino del Quadriportico, nella comunità del Quadriennio è la 4^ teologia a progettare e preparare il presepe davanti alla Cappella dedicata all’Immacolata.
La spiegazione del presepe del Quadriennio:
Il presepe di quest’anno vuole essere un messaggio di speranza. Abbiamo, infatti, riprodotto il muro che separa Betlemme da Gerusalemme, sotto il quale abbiamo pregato quest’estate durante il nostro pellegrinaggio in Terra Santa. Siamo stati ispirati dalla fede semplice di un’anziana signora di nome Clemence, che ogni venerdì si reca presso questo muro a pregare per la pace con i pellegrini di tutto il mondo.
Nel muro-presepe c’è una breccia nella quale abbiamo voluto collocare la Natività: nasce Gesù, il principe della pace; è a Lui che dobbiamo guardare per implorare pace in quelle terre e in tutti i luoghi del mondo segnati da conflitti e guerre.
Lì dove c’è sofferenza e divisione si apre una breccia, spunta un germoglio di pace. Un’apertura in un muro che divide diventa occasione per aprire i nostri cuori alla speranza.
La spiegazione del presepe del Biennio:
Nel presepe allestito nel quadriportico del Biennio è possibile notare il rialzo sul quale poggia la capanna e l’insolita distanza dall’accesso al giardino. Quest’ultima è stata pensata in modo tale da far compiere, a chiunque voglia andare a vedere da vicino la capanna, un tragitto verso Gesù: simboleggia l’itinerario che ogni battezzato è chiamato a percorrere durante tutta la sua vita. È lo stesso cammino che noi seminaristi vogliamo percorrere ogni giorno, per seguire sempre di più Gesù.
Inoltre, abbiamo scelto di accompagnare al presepe quattro realtà dei giorni nostri, rappresentate in altrettanti pannelli presenti tra le colonne del quadriportico. Hanno come obiettivo quello di ricondurre alla grotta tutte le situazioni umane perché “possiamo vivere ricolmi di gioia, senza più alcuna distanza tra l’Evento che si compie e tutti noi che siamo sempre partecipi del mistero” (AS).
«Il mirabile segno del presepe, così caro al popolo cristiano, suscita sempre stupore e meraviglia. Rappresentare l’evento della nascita di Gesù equivale ad annunciare il mistero dell’Incarnazione del Figlio di Dio con semplicità e gioia. Il presepe, infatti, è come un Vangelo vivo, che trabocca dalle pagine della Sacra Scrittura. Mentre contempliamo la scena del Natale, siamo invitati a metterci spiritualmente in cammino, attratti dall’umiltà di Colui che si è fatto uomo per incontrare ogni uomo. E scopriamo che Egli ci ama a tal punto da unirsi a noi, perché anche noi possiamo unirci a Lui». (Papa Francesco, Admirabile signum 1)