Zoologia, paleontologia e mineralogia: nel museo del Seminario di Venegono Inferiore sono esposti 3.000 pezzi rari, fra cui un preziosissimo uovo di dinosauro
Espone circa 3500 esemplari provenienti anche dalle zone più nascoste del nostro globo. Si tratta del museo di scienze naturali «Antonio Stoppani», collocato nel Seminario di Venegono Inferiore.
Sì, proprio sulla collinetta sulla quale s’innalza il seminario arcivescovile, sono in esposizione in una sala ben attrezzata gli oltre tremila pezzi. Disposti in una novantina di vetrine, si suddividono in tre collezioni: una zoologica, che mette in mostra animali di tutto il mondo; un’altra paleontologica, con fossili ordinati secondo le ere geologiche; e una collezione petrografica e mineralogica. Quindi tutte le famiglie, anche le più rare, di ogni categoria sistematica, trovano il loro posto nel museo di Venegono.
Non solo. Accanto a queste dominano incontrastati esemplari eccezionali: a cominciare dal coccodrillo del Nilo che si estende per oltre 5 metri in lunghezza, il gaviale del Gange di 2 metri e mezzo, per non parlare poi dei giganteschi mammiferi che signoreggiano la sala (dall’orso al leone, dalla tigre al lupo). Completano poi la collezione zoologica svariate specie di rettili, anfibi, uccelli, pesci, artropodi, molluschi e invertebrati.
Molto caratteristica è la collezione di trofei (cioè corna che ornano la testa degli ungulati), farfalle e volatili. Non mancano neppure scheletri umani.
Anche per la collezione paleontologica, il museo Stoppani, non ha nulla da invidiare ad altri musei. I fossili, in gran parte raccolti con campagne di scavo in Italia, Francia e Germania, condotte da volontari e promosse dal Museo, rappresentano le diverse ere geologiche. Così uova di dinosauro, grosse ammoniti fino a 60 centimetri di diametro, crostacei fossili ed altri pezzi, testimoniano i vari periodi.
Incantevole pure la collezione di minerali e rocce, di tutti i tipi, forme e dai colori più svariati. Tra i minerali, ordinati secondo la classificazione cristallo-chimica di Strunz, sono inclusi esemplari provenienti da antiche collezioni, da collezionisti privati e da spedizioni.
Dal 1962 il direttore del museo del seminario è don Elio Gentili. A lui va attribuita l’opera di arricchimento e rinnovamento degli esemplari, oltre la cura e il continuo aggiornamento della sala museale che con l’aiuto di alcuni seminaristi, porta avanti ormai da oltre trent’anni.
A don Gentili abbiamo rivolto alcune domande.
Da dove provengono gli esemplari?
Per la collezione zoologica, numerosi esemplari provengono dal Museo del seminario
di Monza (il seminario liceale prima del 1930 quando fu costruito il seminario di Venegono), alcuni sono vecchie giacenze, altri animali sono stati preparati qualche decennio fa utilizzando animali morti di safari e parchi zoologici, altri pezzi sono donazioni di privati (come la collezione di trofei, o il coccodrillo donato dal signor Luoni di Busto) e infine altri ancora sono stati acquistati da imbalsamatori.
I fossili sono stati collezionati con campagne di scavo, oppure reperiti da zone divenute poi parco geologico. I minerali appartengono invece ad antiche collezioni.
Perchè il museo fu dedicato ad Antonio Stoppani?
Stoppani fu un famoso prete scienziato originario di Lecco, vissuto nell’Ottocento ed ha insegnato nei seminari milanesi. Per la sua notevole cultura a livello paleontologico e scientifico, il 14 novembre del 1952 alla presenza del sindaco di Lecco e di molte autorità ecclesiastiche, il museo fu dedicato proprio al grande docente, fondatore anche dell’attuale museo di scienze naturali di Milano. La sua città natale, Lecco, ha poi elargito al museo numerosi contributi.
Anche le vetrine d’esposizione per minerali, fossili e rocce furono disegnate dall’istituto di Arte sacra Beato Angelico di Lecco.
Perchè il museo è stato collocato proprio in seminario?
Anzitutto offre un supporto alla scuola del seminario che comprende vari gradi, dalle medie a facoltà universitarie; poi rappresenta una piacevole attrazione ai visitatori del seminario e anche un impegno di promozione culturale a vari livelli.
Quali sono i lavori che la impegnano di più?
Pulizia, didascalizzazione, riordino collezioni, deposito di reperti e sistemazione delle donazioni che fortunatamente sono sempre frequenti. Qualche problema è ancora aperto: del progetto di ampliamento del museo, all’inserimento nella realtà culturale del varesotto e nel contesto più ampio della ricerca scientifica.
Esistono collaborazioni con altri enti scientifici?
Nel ’79 si era avviata una collaborazione scientifica con l’osservatorio metereologico del seminario di Venegono, tant’è che «l’Annuario dell’osservatorio di fisica terrestre del seminario arcivescovile di Milano» aveva cambiato testata chiamandosi «Annuario dell’osservatorio di fisica terrestre e Museo Antonio Stoppani del seminario arcivescovile di Milano», presentando quindi articoli sul museo. Dall’82 il museo si è associato al «Sistema museale dell’Alta Valle Olona» con i musei scientifico-naturalistici di Malnate e di Induno Olona. Fino a qualche anno fa la Regione Lombardia dava sovvenzioni anche di 5 milioni.
Qui sono stati imbalsamati alcuni animali (come la tigre): quali sono le varie fasi?
Si prendono le misure dell’animale che viene poi scuoiato; si costruisce un calco riempito con poliuretano espanso che poi sarà rivestito con la pelle dell’animale. Questa viene conciata con antitarmico (materiale che viene anche usato per conservare le collezioni di insetti e uccelli) e trattata con pomate arsenicali. Le parti molli sono poi rifatte con cera, stucco e altri materiali.