Il GISP: uno sguardo tecnico dei Seminaristi sulla società civile.
Un’ormai inveterata tradizione vede un discreto manipolo di seminaristi interessarsi più approfonditamente alla vita civile Italiana, sociale, politica, economica e culturale in genere, con lo scopo di restare sempre aggiornati e sensibilizzare tutta la comunità sulle principali questioni di interesse socio-politico del momento. In questo numero di Fiaccola, dopo aver già presentato il GAMIS, gruppo di animazione missionaria e aver menzionato il GECUM, gruppo di attenzione ecumenica e interreligiosa, ecco a voi il GISP, letteralmente Gruppo d interesse socio-politico.
Non vorremmo scandalizzare nessuno, ma comprendiamo il disagio; di fronte a simpatiche ma altrettanto diffuse opinioni, come quelle di Émile Bergerat che descrivono la politica come: “l’arte di fare agli altri ciò che non vorreste che facessero a voi” – definizione tutt’altro che evangelica – la domanda nasce spontanea: cosa potrebbe centrare la Scienza Politica con la “santa Via” che si coltiva – o si auspica di seguire – in un seminario?
Nel tentativo di dissuadere il lettore a cambiare punto di vista, vorrei presentare all’opinione pubblica il motto che, da quest’anno, abbiamo adottato come GISP: Aedificare civitatem in signo Spiritus, italianizzato liberamente in “costruire relazioni all’insegna dello Spirito”. Lontano da ogni tentativo di riproporre una teologia dei due ordini crediamo concretamente che noi, che ci stiamo preparando al sacerdozio ordinato in questa epoca – e nondimeno tutti i cristiani – dobbiamo saper riconoscere e vivere le forme più autentiche di umanità che possano testimoniare il Vangelo. Quale strumento, allora, è più potente della politica, linguaggio della società civile, che permette di indirizzare un’intera nazione a scelte concrete e “con la testa sulle spalle”?
Troviamo un valido sostegno a questa nostra piccola intuizione nella recente enciclica di papa Francesco Evangelii Gaudium (n.183). Il Santo Padre reagisce contro quelle interpretazioni di Chiesa che si limitano “alla segreta intimità delle persone” descrivendole come posizioni di coloro che si “rinchiuderebbero in un tempio” senza essere coinvolti nella vita sociale dello stato. Portando il fulgido esempio di San Francesco d’Assisi e Santa Teresa di Calcutta indica come garanzia della viva fede un “profondo desiderio di cambiare il mondo, di trasmettere valori, di lasciare qualcosa di migliore dopo il nostro passaggio sulla terra”. Queste ambizioni non rimangono infondate, continua papa Francesco: “Amiamo questo magnifico pianeta dove Dio ci ha posto, e amiamo l’umanità che lo abita, con tutti i suoi drammi e le sue stanchezze, con i suoi aneliti e le sue speranze, con i suoi valori e le sue fragilità. La terra è la nostra casa comune e tutti siamo fratelli. Sebbene «il giusto ordine della società e dello Stato sia il compito principale della politica», la Chiesa «non può né deve rimanere ai margini della lotta per la giustizia”.
Ovviamente, come gruppo di interesse in seminario, non proponiamo nessuna forma di attivismo ma, semplicemente, ci adoperiamo per sensibilizzarci, anche tecnicamente, al mondo delle istituzioni. Ci guida sapientemente un piccolo ritornello che è nato proprio per affrontare le principali discussioni di questi anni: “votare (partecipare) informati”.
Proprio per questo sono diverse le iniziative che proponiamo alla comunità del seminario: il gruppo si riunisce mensilmente per discutere di attualità a pranzo – l’effetto è lo stile tipico del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, in una sorta di tavola rotonda –; elabora le proposte delle iniziative da estendere alla comunità, agevolando confronti originali, a volte accesi, ma che si concludono sempre con un ottimo gelato.
In queste amichevoli sedute abbiamo approfondito diversi temi di rilievo degli ultimi anni: in particolare la legge Cirinnà sul riconoscimento delle coppie di fatto; abbiamo provato a comprendere e seguire le scelte politiche degli ultimi governi e mantenuto un occhio attento allo scenario internazionale, soprattutto mediorientale. Nel 2016 abbiamo seguito con particolare interesse la vicenda del referendum costituzionale proponendo a tutta la comunità un incontro informativo il 24 novembre; invitato d’onore è stato padre Giuseppe Riggio, sacerdote gesuita residente nella comunità di San Fedele a Milano, laureato in Giurisprudenza ed esperto in questioni istituzionali, nonché caporedattore della nota rivista Aggiornamenti Sociali.
Negli ultimi mesi, oltre a monitorare l’evoluzione del quadro politico italiano, stiamo cercando di seguire l’iter legislativo in merito alla legislazione delle “disposizioni di fine vita”
Questo è il servizio che cerchiamo di svolgere all’interno della comunità del quadriennio: richiamare alla concretezza del mondo e sensibilizzare sui temi scottanti, ma spesso esigenti tecnicamente, della vita sociale. In questo modo possiamo dire di aiutare, per un piccolo ma decisivo passo, alla costruzione di relazioni all’insegna dello Spirito, che è anzitutto spirito di Verità, senza cui non vi può essere Giustizia e Misericordia.